Il confronto è fondamentale e ieri il sig. F.C. mi ha sottoposto questo semplice quesito, di seguito una veloce risposta che sebbene non esaustiva può sicuramente iniziare a fare chiarezza:
Le chiacchiere in questi giorni di campagna elettorale sono
state tante: tutti più o meno con le stesse, ritrite proposte, più o meno
necessarie e più meno fattibili, ma una su tutte mi ha interessato solo che non
riesco bene a capirne il senso: l’allargamento dei confini, ma serve davvero? E se si, può davvero essere fattibile? O è
solo una chimera acchiappavoti?
F.C.
Salve F.
effettivamente l’allargamento dei confini è una proposta che può
cambiare molto le carte in tavola, vorrei dire che è innovativa, ma in realtà
sono diversi anni che la teoria urbanistica ed amministrativa spinge verso la
formazione di macro aree, e infatti già diversi comuni negli ultimi hanno
intrapreso il cammino di accorpamento, in genere comuni al di sotto dei 5000
abitanti , ma anche le grandi città che oggi sono considerate non più tali, ma
aree metropolitane. A tal proposito la
nostra città è ridosso della sempre più grande aree metropolitana di Napoli,
che di fatto, è estesa da un aversano in forte espansione, e che dall’altro raggiunge
ormai già da anni, l’agro Nocerino Sarnese, spingendosi a nord a ridosso del
basso Lazio. E’ comprensibile quindi che il casertano e Santa Maria Capua Vetere
possa restare schiacciata dal tale estensione territoriale, ma soprattutto dalla
quantità abnorme di persone che la popolano. Il rischio è come avvenuto negli
passati in alcuni della prima cinta attorno a Caserta, che si creino quartieri
dormitorio per pendolari napoletani che lavorano a Napoli , e che si possano
trasferire qui perché i valori degli immobili sono più bassi. Santa Maria Capua Vetere ha delle peculiarità
che le rendono unica nel panorama
storico-urbaninistico Campano, se non addirittura nazionale. Una per tutte : il
centro storico che nel corso De Carolis-Garibaldi, mantiene quasi del tutto
inalterata la cortina architettonica ottocentesca. E da tale unicità viene la
forza di questa proposta : per anni in passato non troppo lontano SMCV è stata faro
ed esempio del Casertano, senza voler necessariamente arrivare ai fasti della “Altera
Roma”. Altera Roma oggi non si può più
ma possiamo dare il nostro contributo affinché si crei un polo baricentrico che
si possa misurare con le sfide del futuro. I benefici che si potrebbero
ricavare dall’accorpamento di comuni sono molteplici:
1.
Strategie di programmazione e sviluppo
territoriale e urbanistico sovracomunale di area vasta, che prevedano ad
esempio la valorizzazione e la cura delle risorse ambientali ,
idrogeologiche, culturali e sportive presenti.
2.
Sviluppo di politiche di marketing territoriale
3.
Maggiore “peso istituzionale” del nuovo Ente
4.
Grazie all’esenzione temporanea dal patto di
stabilità e agli incentivi statali e regionali, possibilità di realizzare
investimenti in progettazione di nuove opere pubbliche e in manu-tenzione di
quelle esistenti
5.
Garanzia nel tempo dell’offerta di servizi con
l’attuale livello qualitativo, ed omogeneo in tutto il territorio, anche
in caso di future assenze, mobilità o quiescenze del personale
6.
Creazione di un servizio di trasporto pubblico
intercomunale.
7.
Minori costi di struttura grazie allo
sfruttamento delle economie di scala nei costi (appalti duplicati per le stesse
attività, macchinari/attrezzature presenti nei tre enti, ecc.) e nei tempi
(svolgimento delle stesse attività nei tre Enti), con conseguenti maggiori
risorse da dedicare ai servizi ai cittadini e alle imprese, ad esempio per
programmi anticrisi e sociali o per incentivare l’efficientamento energetico
per cittadini e imprese
8.
Incremento quantitativo (più ore) e
miglioramento qualitativo (apertura in fasce orarie attualmente non coperte)
del livello di accessibilità al pubblico
Questi in linea genarle i vantaggi, ma per in nostro comune significherebbe una
forte spinta ad uno sviluppo urbano programmato, sia residenziale che
produttivo-distributivo, rilanciando la
zone industriali sopravvissute agli scempi che tutti conosciamo, e spingendo lo
sviluppo residenziale altrove, ma attenzione si parla di sviluppo urbanistico non di mera speculazione, quindi
andrebbero soddisfatti tutti gli standard, e ovviamente sarebbe uno sviluppo
stabile e duraturo perché andrebbe ad intervenire innanzitutto a creare lavoro,
e non dormitori.
Gli svantaggi? il pregiudizio della perdita di identità
territoriale, che andrebbe combattuto con il coinvolgimento delle comunità
interessate.